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Ricordo un pomeriggio di qualche tempo fa durante il quale, passeggiando
senza meta, fui catturato dal tempo che, improvvisamente, aveva sospeso
il suo corso. Ricordo i miei passi battere il selciato senza udirne il rumore,
né di essi, né di tutto quello che mi circondava. Seguivo la mia ombra,
strisciante lungo i muri consunti, mentre sfruttava la poca luce rimasta
di una giornata che stava volgendo al termine. O forse, a un nuovo inizio.
Indefiniti pensieri ricorrevano alla mente, come se anni e anni cercassero
di fondersi nell'istante di un ricordo: il ricordo di colui che ero stato.
Ebbi l'impressione che le persone incontrate sul cammino si muovessero intorno
a me, ma ben presto capii che ero io l'unico in movimento, mentre tutti
gli altri, immobili, in silenzio, mi stavano osservando. Incurante di tutto
questo, proseguii il cammino, percorrendo strade sempre più buie, fino a
giungere in una piccola piazza nella quale, inaspettatamente, fui turbato
da una porta, che improvvisamente si spalancò. Il cuore sussultò ed io con
esso, ma fui attratto dallo spiraglio di luce. Mi avvicinai, cautamente,
ed entrai. Un acre profumo di incenso impregnava la penombra che regnava
in quel luogo, sconosciuto e apparentemente abbandonato.. l'arredamento
e le suppellettili sembravano quasi ingessate dalla polvere del tempo, mentre
un silenzio quasi spettrale invadeva lo spazio. Nel frattempo il sole scomparve
definitivamente e, implacabile, venne la notte. Ebbi l'impressione che si
stessero aprendo le stanze della memoria, quelle contenenti gli specchi
che l'avevano catturata e trattenuto il passato, quelli che avrebbero riportato
in vita l'infinito dell'esistenza.
Un lieve, impercettibile movimento, almeno
quella fu l'impressione, catturò la mia attenzione.
I remember one afternoon sometimes ago while wondering about aimlessly,
where time, having deferred its course, captured me. I recall my footsteps
on the pavement but do not recall hearing them, nor the sound of everything
surrounding me. I followed my shadow creeping on the worn out walls as it
used up the remaining light of the day coming to an end. Maybe to a new
beginning. Undefined thoughts carne to mind as if years and years we trying
to merge in the instant of a memory; the memory of who I had been. I felt
as if all the people I had met were moving around me, but soon realised
that I was the only one moving, while all the others, standing still in
silence, were watching me. Indifferent to all this I continued on my way
through darker and darker roads, until I carne to a small square where I
was disturbed by a door unexpectedly opening. My heart jumped and I with
it, but I was attracted by a gleam of light. I cautiously walked towards
it and went inside. A pungent smell of incense impregnated the dim light
prevailing in that unknown and apparently abandoned place. The décor and
furnishings seemed to be almost plastered by the dust of time, while an
almost ghostly silence invaded that space. In the meantime the sun set definitely
and relentless came the night. It felt like the rooms of memory were opening
up; the rooms where mirrors had captured memory and held back the past and
would have brought back to life that which is infinite in existence.
A light, imperceptible movement - that was the impression at least - captured my
attention. |
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