Toy-cameras

dal 1930 c.a. ad oggi

Century of Progress
World's Fair Souvenir

Kodak
(1933)
(Cortesia Ottica Umberto Dei - Firenze)

TopoClic
Disney
(1998)

Fotocamera omaggio distribuita con il giornalino Topolino in parti da assemblare.

TAZ
Polaroid
(1999)

Nel 1999 la Polaroid 'scopre' il segmento delle fotocamere giocattolo e realizza alcune macchine con l'effige dei personaggi Looney Tunes (il diavolo della tasmania Taz, il canarino Tweety) o con colori e adesivi che richiamano esplicitamente la bambola Barbie.

Fruttolo
Galbani
(1998 c.a.)

Fotocamera distribuita come premio di una raccolta punti.

McDonalds
McDonalds
(1997)

Fotocamera di confine fra le toy e le spy cameras per il suo riuscito camuffamento!

Le toy-cameras sono fotocamere in cui l'aspetto ludico si affianca a quello fotografico. Sono quasi sempre di fattura semplice, costo limitato e con le sembianze di un giocattolo e, per questo motivo, potrebbero far parte della famiglia delle fotocamere camuffate. Tuttavia è conveniente trattarle separatemente perchè hanno un target di mercato diverso e due possibili funzioni, gioco e fotografia, la cui importanza ha un peso radicalmente diverso per le due categorie dei suoi utilizzatori: i bambini ed i collezionisti (prevalentemente americani), per i quali la funzione fotografica è caratterizzante e indispensabile.

A causa del basso costo e del pubblico primario a cui si rivolgono le fotocamere giocattolo si prestano a molti usi commerciali; così, accanto alle fotocamere destinate alla vendita, ci sono quelle omaggio distribuite direttamente o associate ad altri prodotti, quelle destinate alle raccolta punti e quelle promozionali.
La forma può variare senza limiti: di ogni giocattolo "normale" può esistere la versione fotografica e, d'altra parte, ogni oggetto può ispirare una fotocamera che ne ha la stessa forma, una decorazione o un altro richiamo esplicito che la renda desiderabile.

La toy-camera nasce in America all'inizio degli anni '30 del XX secolo come versione speciale, decorata, di una fotocamera di serie. Le prime decorazioni sono i simboli dei boy scout, poi seguono le rappresentazioni commemorative e infine gli eroi dei fumetti. Queste prime fotocamere normalmente non vengono incluse nella famiglia delle toy-cameras perchè hanno ancora la forma della fotocamera di serie ma in realtà ne fanno parte a pieno titolo perchè identificano già quel mercato temporaneo che esiste per il diffondersi di una moda, il desiderio di partecipazione ad un evento o di identificazione in un gruppo che ancora oggi giustifica l'esistenza e le caratteristiche - costo contenuto e basso profilo tecnico - delle fotocamere giocattolo. Al più si può distinguere fra toy-cameras che mantengono la forma della fotocamera da quelle che assumono la forma del giocattolo, quasi delle fotocamere camuffate.

Voltron Star Shooter
Impulse LTD (1985)

«La macchina antropomorfa scavalca il secondo conflitto mondiale, per vivere la sua terza giovinezza nel cinema degli anni Cinquanta. E di lì rigenerarsi - sino a oggi - nelle pagine dei fumetti, nello schermo televisivo o ancora moltiplicarsi, tridimensionale, in milioni di giocattoli: mobile pupazzo "futurista", che assume forme quasi sempre di guerriero o macchina bellica, a evocare le remote fantasie marinettiane o a mimare - innocuo - quel tragico funzionalismo che l'aveva generato nell'aurora violenta di questo nostro secolo.»
(G. Pellegrini Corazze d'arte, Storia e dossier, Aprile 2001)

Queste parole di Giorgio Pellegrini sembrano essere state scritte pensando alla Voltron, una fotocamera con le sembianze dei transformer, i cartoni animati giapponesi di moda negli anni '80: esseri umani che hanno il potere di trasformarsi in giganteschi robot guerrieri per difendere il mondo da aggressori altrettanto distruttivi.
L'industria realizza ben presto i giocattoli con le fattezze degli eroi televisivi e la Impulse di Macao crea una delle toy-cameras più "tecnologiche" della storia, in cui le funzioni di giocattolo e fotocamera si compenetrano mantenendo la completa, seppur limitata, operatività.

Curiosamente il collezionismo ha scoperto un'altra tipologia di oggetti nei quali prevale l'aspetto ludico rispetto a quello funzionale, e che quindi possono essere considerati parenti delle toy-cameras: le non cameras, oggetti che hanno la forma ma non la funzione delle fotocamere. Di solito si tratta di gadget: accendini, fermacarte (avete presente l'Hasselblad di cristallo?), spille, portachiavi, posacenere, candele, fibbie, salvadanai ed altro. Oggetti che vengono regalati o acquistati solo in funzione della loro forma, che non è funzionale allo scopo a cui sono preposti.

Ma esistono anche fotocamere che vengono acquistate perchè hanno la forma di una fotocamera (!), cioè perfettamente funzionanti ma destinate al
collezionismo, non all'uso: toy-cameras per un pubblico adulto. Sono, ad esempio, le copie in miniatura della Leica IIIf (Minox, 2000) e della Rolleiflex 2,8F (Megahouse, 2001), ma anche la riedizione della Leica 0 del 1923 (Leica, 2001): piccoli gioielli che costano quanto le versioni "normali" - la replica della Leica 0 costava di listino quando la Leica M6 - ma con funzionalità molto più limitate, quindi usabili ma non destinate all'uso.

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