reflex di A.A.Min
(1929 c.a.)
Nel periodo 1918-1930 viene creato l'Istituto Statale di Ottica
e gettate le basi della futura industria fotografica. Vengono anche
realizzati piccoli lotti di fotocamere fra cui anche una reflex
formato 24x32mm per pellicola 35mm: l'antenata della reflex 35mm
Fed "120"
FED (Felix Edmundovitch Djerzinski's)
(1940 c.a.)
E' una delle fotocamere medio formato pił piccole di ogni tempo.
Unisce le dimensioni della Leica a vite al vantaggio del formato
6x4 cm, di conseguenza è una delle fotocamere con il miglior
rapporto fra dimensioni del corpo e superficie del negativo. L'ottica
rientrante riduce l'ingombro durante il trasporto. Usa pellicola
120. La produzione, collocabile fra il 1939 e il 1941, fu abbandonata
nel periodo bellico, quando la fabbrica venne spostata da Charkov
a Berdsk, in Siberia.
Zorki (I)
KMZ (Krasnogorsk Mekanicheski Zavod)
(1948)
La KMZ inizia a produrre fotocamere a soffietto, tipo Super Ikonta,
nel 1946. Nel 1948 viene avviata la produzione delle più
richieste fotocamere a telemetro con la collaborazione della FED
e gli apparecchi prodotti nel primo anno portano il doppio nome
FED e Zorki. La prima Zorki quindi è una copia fedele della
FED (ogni parte delle due fotocamere è intercambiabile) e
quindi una copia della Leica II.
Zenit
KMZ (Krasnogorsk Mekanicheski Zavod)
(1953)
Trasformazione della Zorki in una reflex, effettuando le minime
modifiche necessarie rispetto alla macchina a telemetro. La Zenit
dimostra che anche la Leitz avrebbe potuto costruire una reflex
fin dal 1932 invece di optare per un accessorio reflex da interporre
fra il corpo macchina e l'obiettivo delle macchine a telemetro.
Leningrad
Gomz (Officina Ottico-Meccanica di Stato)
(1956)
Fotocamera caratterizzata da un motore a molla che permette di scattare
una dozzina di fotogrammi prima di essere ricaricato. Il mirino,
che copre il 35mm, è dotato di cornici per focali dal 50
al 135. L'innesto delle ottiche a vite 39x1 è il "passo
leica" utilizzato dalle FED e delle Zorki.
Start
KMZ (Krasnogorsk Mekanicheski Zavod)
(1958-1964)
Reflex professionale con diaframma automatico, pentaprispa rimovibile
e trincetto per tagliare la pellicola esposta.
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Le fotocamere russe sono legate a tre luoghi comuni: "semplici"
"copie" di "bassa qualità". Tuttavia
questo capitolo avrebbe anche potuto avere il titolo provocatorio
"le occasioni perdute della Leica" a causa
di alcuni prodotti che avremmo voluto veder attecchire a Wetzlar
piuttosto che nascere e morire in Russia. Pertanto i luoghi
comuni, anche se rivelano una parte di verità, non
sono sufficienti per liquidare la storia delle fotocamere
russe.
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FED
Kharkhow, Ucraina (1934)
La Comune di Lavoro intestata a Felix Edmundovitch Djerzinski
inizia a progettare fotocamere nel giugno del 1932 sotto
la direzione di Anton Makarenko. I primi prototipi, che
sono pronti nell'ottobre dello stesso anno, sono copie esatte
della Leica I. Nel frattempo però arrivano in Russia
le prime Leica II e quindi la progettazione prosegue febbrimente
fino alla fine del 1933 per adeguarsi al nuovo modello.
Nel 1934 inizia la produzione della FED, la prima fotocamera
sovietica.
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La prima macchina fotografica russa viene
costruita verso il 1840 per opera di A. F. Grekov. In seguito,
e per tutto l' '800, vengono costruite artigianalmente fotocamere
di ogni tipo, analoghe ai modelli occidentali: a cassetta
e a soffietto, detective, biottiche e reflex. Non mancano
le invenzioni originali, in particolare (ma storicamente da
provare) la prima "automatica" in cui una fotocellula
determina l'apertura del diaframma; un sistema che in Occidente
sarà reiventato dalla Kodak solo nel 1938. La produzione
artigianale russa però non si trasformò in industria
e la rivoluzione ne cancellò ogni traccia. Pertanto
nell'accezione comune le fotocamere russe sono assimilate
alla produzione sovietica, che mosse i primi passi a Charkov,
nella Comune di Lavoro FED, anticipando la pianificazione
del secondo piano quinquennale (1933-37). Negli anni '30 l'industria
fotografica tedesca ha una netta superiorità tecnologica
e le macchine a telemetro, insieme alle biottiche, determinano
il rapido declino di tutti i modelli di precedente concezione.
Pertanto è del tutto naturale che la Leica sia stata
copiata abbondantemente, prima in Russia e poi in molti altri
paesi del mondo quando le industrie dovettero riconvertirsi
al termine della seconda guerra mondiale. Ma in URSS la competizione
ideologica con l'Occidente, trasferita nel contesto produttivo,
dette un fortissimo impulso alla giovane industria sovietica
che fin dai primi anni non si limitò a copiare e mise
a punto anche alcuni prodotti innovativi e originali come
la Cnopm (1935), la prima reflex 35mm. Il vasto mercato interno,
che chiedeva macchine fotografiche piccole e moderne, spinse
la produzione FED a superare le 30.000 unità annue
e la nascita di altre fabbriche che in gran parte oggi sono
poco note perchè non fecero grandi produzioni o cessarono
di esistere a causa della guerra. Gli anni più esaltanti
per l'industria sovietica però vennero dopo la guerra,
dal '46 al '70, quando la produzione riprese rapidamente,
venne avviata la produzione delle fotocamere Zorki, delle
Zenit e venne offerta una maggior varietà di modelli,
semplici e professionali. La Leningrad ("Gran Prix de
Bruxelles" nel 1958) e la Kiev 10 sono i modelli più
innovativi di questi anni.
Kiev 10 (1965)
E' stata la prima automatica a priorità
di tempi fra le reflex con otturatore sul piano focale. L'esposimetro
al selenio, con la grossa cellula posta sul pentaprisma, imposta
automaticamente la preselezione del diaframma o blocca il
pulsante di scatto se il tempo impostato non consente di esporre
correttamente.
Tuttavia la necessità di rifornire
l'immenso mercato interno prevalse sulla diversificazione
per cui alcune fotocamere furono prodotte in grandi quantità
ed altre in numero molto limitato, con poche vie di mezzo.
Zorki 3M (1954)
Nella Zorki 3 (1951 o 1953?) il telemetro
era accoppiato ad un ampio mirino, i tempi di scatto variavano
da 1 sec a 1/1000. Inizialmente i tempi lenti erano impostati
con un comando separato sul frontale ma a partire dal 1954,
con il modello 3M, sono unificati a quelli veloci, nel comando
posto sopra il tettuccio. Il dorso era amovibile per facilitare
il caricamento. Era quindi una fotocamera con caratteristiche
decisamente avanzate, per alcuni aspetti anche superiore alla
Leica fino a quando, nel 1954, non fu commercializzata la
Leica M3.
La storia delle fotocamere sovietiche
volge al tramonto quando il progressivo disfacimento economico
che porta alla fine dell'URSS (1991) si riflette anche nella
mancanza di aggiornamento tecnologico e nella bassa qualità
dei prodotti. Nel 1985 cessa la produzione della Kiev e con
essa finisce anche la storia delle copie russe, iniziata
prima e terminata dopo tutte le altre.
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KIEV
Arsenal (1948 - 1985)
Inizialmente la KIEV era la copia esatta della Contax perchè
costruita con i macchinari della linea di produzione sequestrata
a Dresda come indennità per i danni di guerra. Nel
corso dei 40 anni succesivi subì solo poche modifiche
non sostanziali. Il livello di finitura era mediamente superiore
a quello delle altre fotocamere ed era corredabile con un
discreto numero di ottiche. Furono sempre in produzione
due modelli analoghi, differenti per la presenza o meno
di un esposimetro posto sopra la calotta.
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