il peso della fotografia

Charles Harbutt (...) racconta che trovandosi a Gerusalemme e volendo fotografare una chiesa in un certo modo, telegrafò al National chiedendo aiuti. Con il primo aereo gli vennero mandate sei tonnellate di riflettori e due tecnici
(Photo Italiana, Dicembre 1977, pag 66, Publimedia Ed., Milano)

Anche se ben pochi possono disporre dei mezzi del National Geographic, il peso delle fotocamere ha sempre gravato sulle spalle dei fotografi. Per questo e non per altro Oskar Barnak sognò di fare grandi fotografie da un piccolo negativo e la sua invenzione ebbe successo. Sia chiaro, anch'io ho conosciuto fotografi che affidano a un assistente o a una guida locale il compito di trasportare le attrezzature, ma in fondo sono l'eccezione che conferma la regola.

Un luogo comune vuole che, grazie all'evoluzione tecnologica, le attrezzature fotografiche siano diventate sempre più leggere. Tale affermazione è così ricca di buon senso che non ne ho dubitato fino a quando non ho fatto mente locale alle fotocamere dei miei 40 anni di fotografia, e allora mi è sorto un dubbio. Infatti è inconfutabile che il peso specifico del magnesio sia inferiore del 30% a quello dell'alluminio e che quest'ultimo sia più leggero del ferro e dell'ottone, ma rimane il fatto che, con l'avanzare del tempo, le borse dei fotografi si sono sempre più riempite tecnologia. Infatti se nel 1930 le fotocamere a mano erano usate per lo più con un unico obiettivo, negli anni '50 un corredo degno di nota doveva comprendere anche un grandangolo, un medio tele e un esposimetro; negli anni '70 le borse si gonfiarono di teleobiettivi e grandangolari spinti e negli anni '90 le pile annullarono la riduzione di peso introdotta dalla plastica al posto del metallo. Nell'epoca della fotografia digitale il litio ha ridotto il volume delle batterie e talvolta la plastica ha sostituito anche il vetro ma, ahimè, nel corredo del fotografo in trasferta si sono insinuati i caricabatterie e gli hard disk portatili, se non un personal computer. Senza contare che, dopo una stagione minimalista, dal tempo della Canon EOS-1 / Nikon F4 le reflex professionali sono nuovamente affette da gigantismo: la Canon EOS-1 D Mark III pesa 1155 gr esclusi batteria e accessori.

Pertanto, per pura curiosità, pesiamo le borse di alcuni fotografi del passato: non è escluso che avremo delle sorprese. Sono corredi giunti integri fino a noi che possono legittimamente rappresentare le attrezzature trasportabili delle varie epoche, dalle lastre a secco ai tempi recenti.

Francais, 1886 - 2 Kg
L'invenzione delle lastre a secco rivoluzionò la vita dei fotografi che non ebbero più bisogno di includere una camera oscura portatile nella propria attrezzatura da campo. Poi, nel giro di pochi anni, le lastre diventarono abbastanza sensibili da permettere la creazione delle prime fotocamere a mano - come la Francais formato 8x9 cm illustrata a fianco - e questo segnò il primo passo fondamentale della fotografia: per consentire l'uso a mano fu necessario introdurre un mirino separato dall'obiettivo e così ebbe origine il modo di fotografare per noi consueto, senza nascondere la testa sotto una stoffa nera. Il proprietario di questa fotocamera se la cavava con poco sforzo: la sua borsa di 18x22x14 cm contenente la fotocamera e 5 portalastre pesava solo 2 Kg.



Sanderson Junior, 1900 - 5 Kg
Mentre le fotocamere a mano muovevano i primi passi per lungo tempo la qualità poteva essere raggiunta solo dai grandi formati e una fotocamera 12x17 cm come questa era il giusto compromesso fra la qualità e la trasportabilità richieste ad una fotocamera da campagna. Il peso è spartito fra fotocamera, treppiede e telo ( 3,1 Kg) e tre portalastre doppi con le rispettive lastre in vetro (1,9 Kg). Il corredo è privo della borsa e della peretta in gomma, di cui è rimasta solo la parte che faceva scattare l'otturatore, pertanto il peso complessivo si aggirava sui 7 Kg e il nostro fotografo aveva bisogno di un mezzo di trasporto.









No. 3 Folding Pocket Kodak, 1900 - 2,4 Kg
La No.3 è stata probabilmente la folding più longeva e costruita nel maggior numero di esemplari. Il mirino con livella a bolla, la possibilità di decentramento della piastra portaottica e quella di poter sostituire il dorso con un altro per l'uso delle lastre ispirarono un'intera generazione di folding. Il formato "un quarto di placca" (8 x 10 cm) era piuttosto generoso ma la borsa, di poco più grande della fotocamera, era indossabile senza difficoltà.




Ica Volta 146, 1914 - 2,5 Kg
Nel primo '900 il miglior compromesso fra qualità e trasportabilità era rappresentato dalle fotocamere a lastra, come questa Ica 9x12 cm. Esse potevano essere usate a mano, grazie alla scala metrica per la messa a fuoco e al mirino a riflessione, o su treppiede grazie al vetro smerigliato. Il proprietario di questa evidentemente preferiva mettere a fuoco sul vetro smerigliato e utilizzare il treppiede e lo scatto flessibile. La sua borsa, che misura 18x14x9 cm e comprende anche un libretto di istruzioni, pesava circa 1,7 Kg con 6 portalastre carichi mentre il treppiede pesa 800 gr.




Revolving Back Tele Graflex, 1927 - 3,8 Kg
Quando le prime Leica furono affidate ad un gruppo di giornalisti per verificare come sarebbe stata accolta dai professionisti, le reflex di grande formato rappresentavano la perfezione per la fotografia a mano libera. Il proprietario di questo esemplare, piuttosto tardivo, preferiva i filmpack e non usava lastre in vetro. Il peso complessivo dell'attrezzatura è distribuito fra la borsa di cuoio robusto (1,2 Kg), la fotocamera (2,5 Kg) ed un filtro (100 gr).

 



Rolleiflex, 1929 - 1,1 Kg

Con la Rolleiflex la qualità delle immagini fa un rapido passo in avanti: il formato abbastanza grande e l'assenza di vibrazioni, grazie alla stabilità dell'impugnatura a dispetto delle apparenze, permettono di ottenere il massimo dalle ottiche Zeiss. In termini di qualità dell'immagine la Rolleiflex non ha avuto concorrenti fra le fotocamere a mano fino al sopraggiungere dell'Hasselblad ed è stata uno dei cavalli di battaglia dei fondatori dell'Agenzia Magnum insieme alla Leica e alla Contax.
La borsa è predisposta per ospitare la fotocamera ed uno scatto flessibile, praticamente l'unico accessorio disponibile.


Leica, 1930 - 840 gr
La Ragazza con la Leica di Rodchenko (1934) sembra avere a tracolla questa borsa, più visibile in un altro fotogramma che in quello più bello e conosciuto. E' la prima "borsa corredo" per la Leica ad ottica fissa, predisposta per alloggiare un telemetro e due caricatori di pellicola. Altri accessori voluminosi, nella sostanza, non ce ne erano; al più la macchina poteva essere corredata con qualche filtro ed un paraluce. La forma piatta e arrotondata della borsa è ispirata alle folding e, come queste, è elegante e poco ingombrante.











Leica III, 1935 - 2,6 Kg
Splendido corredo degli anni '30, composto da una Leica con 35, 50 e 90 mm oltre a un mirino multifocale, un temporizzatore per ritardare lo scatto, uno stativo da riproduzione e qualche accessorio minore.


Cortesia Maurizio Tonarelli - Firenze

Contax II, 1936 - 1,6 Kg
Nella propria autobiografia Robert Capa, unico reporter ad aver affrontato il fuoco di sbarramento tedesco insieme alla prima ondata di soldati angloamericani sbarcati in Normandia, racconta che quel giorno aveva portato con se due Contax, chiuse in sacchetti di tela impermeabile, e alcuni rullini. E' ragionevole ipotizzare che esse fossero uguali al modello illustrato e corredate con uno dei due obiettivi in figura: i 5 cm Sonnar f 1,5 e f 2 che rappresentavano il massimo della qualità del loro tempo.


Ferrania Galileo Condor II, 1952 - 920 gr
Una delle migliori fotocamere 35 mm ad ottica fissa degli anni '50, prodotta dalle Officine Galileo e commercializzata da Ferrania. La borsa pronto in cuoio marrone, introdotta da Leica negli anni '20, caratterizza tutte le fotocamere di quest'epoca, indipendentemente dalla marca e dal valore della macchina.


Rolleiflex, 1959 - 1,4 Kg con borsa pronto in cuoio

Nel film La dolce vita (1960), che ha ben altra valenza rispetto allo specifico di nostro interesse, Paparazzo (Walter Santesso) è il fotografo al seguito del giornalista Marcello (M. Mastroianni). Le armi di Paparazzo sono prevalentemente Rolleiflex e Rolleicord, con o senza flash, per un peso variabile fra 1300 e 2500 grammi circa. La preminenza delle Rolleiflex (Rolleicord) rispetto alle altre fotocamere, relegate al ruolo di comparse, non è casuale: gli anni '50 furono la migliore stagione commerciale della F&H prima del lento declino iniziato negli anni '60.

Cortesia Stefano Parrini - Poggibonsi (Si)




Polaroid Automatic 100, 1963 - 3,1 Kg
Le Automatic, con telemetro accoppiato e ottiche di buona qualità sono state uno degli strumenti preferiti dei fotografi che amavano la Polaroid per le sue peculiarità. Il peso complessivo comprende fotocamera, borsa, flash, kit per ritratto, kit close-up, scatto flessibile e un paio altri di accessori. L'attuale proprietario di solito usa la sola fotocamera (1145 gr) che, con una confezione 669, è circa 1,5 Kg.


Cortesia Stefano Parrini - Poggibonsi (Si)




Contaflex, 1963 - 2,5 Kg
Una reflex con otturatore centrale e la terna di obiettivi 35 - 50 - 115 (o simile), come questa Contaflex, era la massima aspirazione del fotoamatore degli anni '50 - '60. Il corredo poteva essere completato da un esposimetro e qualche filtro; la borsa rigida (20x20x12 cm) conteneva il tutto.
Hasselblad 500C, 1967 - 3,5 Kg
Corredo con 50, 80 e 150 mm, 2 magazzini ed esposimetro al selenio. L'Hasselblad ha molte analogie con la Leica: entrambe sono nate dalla passione e dalla capacità di un singolo, sono essenziali, ergonomiche e possono durare una vita. Infine, grazie anche al parsimonioso rinnovamento dei modelli, hanno avuto una schiera di utenti che non le avrebbero cambiate con nessun'altra fotocamera più ricca di tecnologia. Il proprietario di questa macchina l'ha utilizzata per quasi 40 anni, prima di passarla di mano.


Cortesia Ottica MB - Firenze


Nikon F, 1971 - 2,9 Kg
Nel 1966 il film Blow-Up di Michelangelo Antonioni proietta nell'immaginario collettivo il mito del fotografo. Nelle mani di David Hemmings una Nikon F fotografa Verushka nella sequenza più famosa di un fotografo al lavoro e, dal quel momento, la reflex professionale si identifica definitivamente nel marchio Nikon. Chissà se questo corredo composto da 28, 50 e 105 mm, di pochi anni posteriore al film, è appartenuto ad uno dei tanti giovani che si infatuarono del mito.


Cortesia Matteo Lambriola - Pisa



Mamya RB 67 ProS, 1975 - 7 Kg
Un classico corredo da studio con 60, 90 e 180 mm, due magazzini ed esposimetro che pesa 3,9 Kg, quindi poco più dell'equivalente Hasselblad ma dall'ingombro decisamente superiore; per contro è un piacere osservare una diapositiva 6x7 cm e per lungo tempo queste due macchine sono state quelle maggiormente usate negli studi fotografici. La borsa GM in alluminio e finta pelle ha espresso la massima robustezza possibile coniugata con un aspetto professionale ed elegante. Il modello illustrato, che era il più grande della serie, misura 30x40x20 cm e pesa circa 3 kg con qualche filtro e altri accessori minori.
Pentax Auto 110, 1979 - 580 gr
La piccola Pentax mi era sempre sembrata un giocattolo o, se preferite, l'esercizio di stile dell'industria che ha costruito anche la più grossa SRL 35mm like. Mi sono ricreduto quando ho visto questa, segnata dall'uso e vissuta più di tante fotocamere professionali con pochi scatti alle spalle. La 110 era venduta con 3 ottiche (18, 24 e 50 mm), flash, winder, filtri, paraluci, borsa in pelle per la fotocamera e borsa per il flash: un corredo completo composto dalla classica terna grandangolo / normale / medio tele in una manciata di grammi (240 gr fotocamera più ottiche); il fotografo che ha utilizzato questo corredo ha viaggiato con la borsa più leggera di tutti.


Cortesia Luigi S. - Torino

Pentax LX, 1980 - 6 Kg
Negli anni '70 la dimensione delle reflex e degli obiettivi si ridusse notevolmente e nei primi anni '80 un corredo professionale come questo, con winder, 20, 24, 35, 40, 85, 135 e 300 mm più un set di tubi di prolunga, pesava poco meno di 4 Kg. In questo caso i rimanenti 2 Kg sono costituiti dalla borsa in nylon (25x25x40 cm) contenente alcuni accessori minori, una tipologia di borsa apparsa sul mercato negli anni '70 e al tempo definita "morbida" in alternativa a quelle tradizionalmente rigide.


Cortesia Guido Pratellesi - Firenze

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