"La sperientia che mostra come li obbietti mandino le loro spetie
over similitudini intersegate dentro all'occhio nello umore albugino,
si dimostra quando per alcuno piccolo spiraculo rotondo penetrano
le spetie delli obbietti alluminati in abitatione fortemente oscura:
allora tu riceverai tale spetie in una carta bianca posta dentro
a tale abitatione lquanto vicina a esso spiraculo e vedrai tutti
li predetti obbietti in essa carta colle loro proprie figure e colori
ma saran minori e fieno sottosopra per causa della intersegatione
li quali simulacri se nascieranno di loco alluminato del sole saran
proprio dipinti in essa carta la quale vuole essere sottilissima
e veduta da rovescio e lo spiraculo detto sia fatto in piastra sottilissima
di ferro".
( Leonardo da Vinci - Codice Atlantico)
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La conoscenza della fisica della camera obscura affonda le
radici negli studi ottici degli antichi greci, tuttavia rimase inapplicata
fino al rinascimento, quando gli artisti avvertirono la necessità
di una rappresentazione più fedele della realtà.
In questo contesto Filippo Brunelleschi fu il primo a dettare le regole
per una corretta costruzione prospettica
ed egli stesso utilizzò uno strano marchingegno che aveva molte
caratteristiche tipiche della camera obscura nel corso della costruzione
della cupola di Santa Maria del Fiore a Firenze.
L'invenzione della camera obscura avvenne quindi in funzione degli
studi sulla prospettiva e per molto tempo rimase uno strumento "meccanico"
(non certo artistico) indispensabile per architetti e pittori, come ad
esempio Canaletto, che usava la camera obscura per "vedere"
i paesaggi di Venezia.
Nel corso del tempo la camera obscura assunse molte forme diverse:
poteva essere una carrozza oscurata, una tenda o una scatola; fondamentalmente
però era uno strumento di semplice osservazione o di "ripresa",
cioè di forma tale da consentire il ricalco dell'immagine.
La versione fotografica della camera obscura è la fotocamera
stenopeica, che differisce dalla camera obscura solo per il fatto di essere
predisposta per contenere un supporto sensibile alla luce, su cui si forma l'immagine.
Costruire
una fotocamera stenopeica è molto semplice perchè
è sufficiente praticare un piccolo foro circolare in una
qualunque scatola a tenuta di luce, non a caso queste fotocamere
sono chiamate anche pinhole ("foro di spillo"). Se poi volete
ottenere un prodotto più sofisticato vi sarà facile
calcolare un mirino corrispondente all'inquadratura del vostro obiettivo,
aggiungere un semplice otturatore ed aumentare l'autonomia utilizzando
una pellicola in rullo. Una variante semplice ed efficace consiste
nell'utilizzare una qualunque macchina fotografica praticando un
piccolo foro nell tappo del corpo macchina. Il risultato è
garantito ma se volete ottenere la massima qualità non dimenticate
alcune misure "ottimali" suggerite dai guru del pinhole:
focale diametro fattore
di correzione rispetto a f/22
20 mm 0.20 mm 20x
30 mm 0.24 mm 30x
40 mm 0.28 mm 40x
50 mm 0.29 mm 60x
75 mm 0.35 mm 95x
100 mm 0.41 mm 125x
La fotografia stenopeica è caratterizzata da una nitidezza
piuttosto bassa, dall'assenza di distorsioni e dalla profondità
di campo praticamente infinita. Ha grandi possibilità creative
e molti artisti la utilizzano ancora oggi.
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