Nikon F

1959 - 1974
Nippon Kogaku K. K. (Tokio - Giappone)

Nikon F Nikon F
con pentaprisma senza esposimetro, l'unico disponibile nel 1959

La Nikon F, con il 50mm f1.4 ed il pentaprisma senza esposimetro, come la vedete in questa foto, pesa circa 950 gr, mentre con esposimetro Photomic e motore raggiunge i 1800 gr. Probabilmente questa è la prima cosa che notereste mentre la seconda è il rumore dello scatto e la sensazione generale di solidità degni di un carro armato. Ma se avete vissuto la stagione pre-autofocus, quando i comandi si regolavano guardando delle ghiere piuttosto che un display, non potreste fare a meno di sorprendervi che tutti i comandi sono estremamente familiari e la forma del corpo "normale" e potreste attribuire alla F un'età più giovane di almeno 20 anni: questo fa riflettere su quanto dovesse essere innovativa nel 1959.
Caratteristiche generali:
reflex per pellicola '135', formato 24x36 mm;
innesto ottiche a baionetta "F" con diaframma automatico;
mirino intercambiabile a pozzetto, con pentaprisma semplice o con pentaprisma esposimetrico; visione del 100% dell'area inquadrata, specchio a ritorno istantaneo,
costruzione in metallo.
Leva di carica per armare l'otturatore e trascinare la pellicola.
Dorso e fondello solidali e completamente amovibili per il caricamento della pellicola e l'uso del motore.
Contapose autoazzerante, coassiale alla leva di carica con promemoria della lunghezza della pellicola (20 - 36).
Comando di sblocco della pellicola coassiale al pulsante di scatto, manettino per il riavvolgimento del film.
Slitta personalizzata per il flash, con contatto caldo, in corrispondenza del manettino di riavvolgimento.
Comandi manuali per il sollevamento dello specchio, autoscatto meccanico e chiusura manuale del diaframma.
Otturatore:
Orizzontale sul piano focale, con tendina metallica.
Tempi:
T - B - 1 - 2 - 4 - 8 - 15 - 30 - 60 (sycro flash) - 125 - 250 - 500 - 1000.

Nikon F con 20mm f3.5 20mm 1:3.5
probabilmente la focale più corta che fosse mai stata disponibile per una reflex

Accessori:
obiettivi da 20 a 1000 mm,
motor drive, accessori per riproduzione, fotografia al microscopio e astrofotografia, filtri, borse, e praticamente ogni altra cosa immaginabile per rendere universale la fotocamera.

Nikon F con F-36, vista posteriore
pentaprisma esposimetrico
Photomic e F-36

i comandi del motore erano localizzati sul retro, insieme a un contatore che permetteva di impostare il numero di fotogrammi da scattare.

PC Nikkor
PC Nikkor 35 mm f 3.5
il primo obiettivo decentrabile per una SRL,
prodotto dalla Nikon nel 1965

Nel 1959 la reflex 35mm ha compiuto 24 anni e sono stati eliminati tutti i problemi che la rendevano scomoda: lo specchio a ritorno istantaneo ha risolto il problema del mirino oscurato dopo lo scatto, il pentaprisma ha raddrizzato la visione ed il diaframma non richiede più di essere chiuso a mano. Nel frattempo il mercato delle macchine a telemetro si è saturato e alcuni costruttori hanno iniziato a produrre reflex. E' l'inizio di una svolta epocale in cui la leadership passa dalla Germania al Giappone: nell'arco di 10 anni scompaiono le macchine a telemetro, il mercato è invaso dalle reflex e la maggior parte delle industrie ottiche europee chiudono o sono fortemente ridimensionate. In questo contesto la Nikon fa la scelta vincente che la farà diventare il nuovo leader del mercato: trasforma la sua ottima macchina a telemetro in una reflex, invece di progettare una fotocamera completemente nuova. Questa scelta porta il duplice risultato di ottenere un prodotto affidabile e riconosciuto dai fotografi. In ogni caso lo sforzo progettuale deve essere stato enorme perchè la Nikon F, la prima della serie, non ha soluzioni di compromesso e consentirà alla Nikon di sviluppare un sistema compatibile per i successivi 30 anni. La macchina a telemetro è modificata per alloggiare lo specchio con la ralativa meccanica, un mirino intercambiabile ed una baionetta di grande diametro che in seguito non porrà limiti alla progettazione delle ottiche. La macchina fu subito corredata di un'ampia serie di validi obiettivi.

Nikon F con F-36 Motor Drive F-36
Dalla fine degli anni '50 Nikon investì molto sui motori e questo contribuì in modo sostanziale alla sua crescente leadership nei 20 anni successivi. Non a caso quando Canon decise di entrare nel settore professionale progettando la reflex F-1 (1971) 2 dei 4 requisiti che individuò come essenziali (motore, dorso da 250 fotogrammi, booster per aumentare la sensibilità dell'esposimetro ed esposizione automatica) erano relativi alla fotografia motorizzata .
Il primo motore elettrico per una fotocamera 35 mm era stato creato per la Leica 250 Reporter (1934-46), una fotocamera che poteva ospitare bobine di pellicola da 10 m equivalenti a 250 fotogrammi; dopo di che nessun'altra fotocamera a telemetro potette disporre di un motore elettrico fino a quando, all'inizio del 1957, la Nikon non presentò a un ristretto numero di fotografi un prototipo di fotocamera motorizzata. I commenti favorevoli indussero l'azienda a produrre il motore S-36 per la nuova SP ("S Professional") che fu offerta sul mercato a partire dal settembre dello stesso anno. Fra le reflex invece la prima fotocamera motorizzata fu la Praktina FX (1953 - 1960) che poteva essere corredata con un motore a molla che permetteva di fare brevi sequenze veloci o con un motore elettrico, ben più pesante e ingombrante, che permetteva anche di remotizzare il comando di scatto della fotocamera.
Quando la Nikon F fu immessa sul mercato disponeva già del motore F-36, parente stretto dell'S-36 nella forma, nelle prestazioni e nel sistema separato di alimentazione dato che, inizialmente, le batterie erano allocate in una custodia separata collegata con un cavo. Il portabatterie attaccato direttamente al motore arrivò solo nel 1966 e fu il primo a proporre l'impugnatura con pulsante di scatto, tracciando così l'impostazione generale della maggior parte dei motori che furono prodotti negli anni a seguire.
Il motore vero e proprio è solidale al dorso della fotocamera, da cui il nome che richiama la massima capacità di fotogrammi, ed era disponibile anche nella versione F-250 con dorso da 250 fotogrammi; poteva arrivare a 4 fps quando lo specchio della fotocamera veniva fissato in posizione alzata. Sebbene la F potesse essere corredata con il motore anche in un secondo tempo, le fotocamere motorizzate di solito uscivano dalla fabbrica già corredate dal momento che l'aggiunta successiva all'acquisto richiedeva la modifica del corpo macchina. Si trattava della sostituzione di una calotta sul fondo del corpo che nella versione accoppiata al motore ha 3 fori che sono assenti nelle macchine prive di motore e in genere l'operazione veniva fatta dal laboratorio del rivenditore "per garantire la perfetta sincronizzazione fra fotocamera e motore".
Per qualche anno la F non ebbe rivali motorizzabili poi, a poco a poco, in poco più di 10 anni, tutti i competitor nel settore professionale offrirono una reflex motorizzabile: Topcon (RE Super / Super D, 1963), Leitz (Leicaflex SL Mot, 1968), Zeiss-Ikon (Contarex Electronic, 1970), Minolta (SR-M, 1970, la prima reflex da cui scompare la leva di carica perchè ha il motore integrato, sebbene si tratti di un'appendice applicata al corpo della fotocamera), Asahi Pentax (Spotmatic Motor Drive, 1970), Canon (F-1, 1971), Olympus (OM-1MD, 1974), Yashica (Contax RTS, 1975). Nei primi anni '70 il motore era l'accessorio di maggior pregio nel listino dei principali costruttori, quasi a rappresentare lo spartiacque fra le reflex professionali e quelle amatoriali, e di norma il prezzo era paragonabile a quello della fotocamera. Solo alla fine del decennio il motore, nella sua versione meno performante chiamata winder, diventò un accessorio abbastanza diffuso ed economico. In questo tempo l'impegno di Nikon nello sviluppo dei motori e la sua conseguente supremazia rimase invariata; si pensi che la F2, modello successivo ed evoluto della F, offriva la scelta fra 4 motori diversi (MD-1, MD-2, MD-3 e MD100, quest'ultimo capace di 14 fps), due dorsi per 250 e 750 pose (MF-10 e MF-2), cavi e telecomandi remoti: un insieme di oggetti che rappresenta a tutt'oggi il più vasto e vario sistema di motori che sia mai stato prodotto per una fotocamera 35mm.

La fotocamera illustrata appartiene all'ultima serie prodotta nel 1973 - talvolta denominata dai collezionisti "Apollo" in relazione alla missione spaziale Apollo 15 a cui Nikon fornì un modello speciale di F - ed è stata utilizzata dal suo proprietario per oltre 30 anni. Questa serie, abbastanza ricercata, si distingue per le leve di avanzamento e dell'autoscatto rivestite di plastica (come la F2, che era già sul mercato da un paio di anni), l'aggiunta della filettatura sulla presa sincro-flash e l'irrobustimento degli occhielli per la tracolla.

La Nikon F arriva sul mercato nel momento propizio e con le carte in regola per il successo: il mercato delle reflex non era ancora affollato, la concorrenza professionale si riduceva a poche marche tedesche nei confronti delle quali la Nikon costava qualcosa meno e disponeva di più ottiche e accesori, anche questi a prezzi concorrenziali. In ultimo la F aveva una linea moderna ma familiare per i reporter americani che avevano conosciuto e apprezzato le Nikon a telemetro durante la guerra di Corea.
La F contribuì a far diventare la reflex la macchina fotografica per antonomasia e la sua diffusione e affidabilità consacrarono il nome di Nikon a sinonimo di fotocamera professionale, conferendole un forte vantaggio su tutti gli altri produttori.
Alla fine del '900 le Nikon F tornarono di moda e spuntavano sul mercato dell'usato prezzi paragonabili ad una autofocus di classe media, nuova. Si trattò di un vezzo di breve durata perchè una F, che ha ormai più di 30 anni, richiede in genere riparazioni troppo costose per tornare efficiente: il Photomic è soggetto a usura e non è più affidabile (è un difetto fisiologico dato che si basa su un contatto strusciante, soggetto a logorarsi), la gommapiuma che ammortizza la battuta dello specchio diventa fragile e appiccicosa (e se non viene sostituita può sbriciolarsi e causare danni ancor più gravi); le ghiere di messa a fuoco degli obiettivi non sono più frizionate al punto giusto, perchè le tolleranze di queste ghiere erano relativamente abbondanti e il frizionamento era affidato al grasso che le riempiva, che col tempo perde le proprie caratteristiche. Tuttavia chiunque possieda una F in ottimo stato vi confermerà che è ancora una macchina molto piacevole da usare e che se ne libererebbe a malinquore.

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