Caratteristiche generali:
Fotocamere di legno, costruite con due parallelepipedi che entrano
uno dentro l'altro.
Le pił evolute avevano l'ottica decentrabile.
Le misure variavano da molto piccole, come quelle ricavate da scatole
di sigari da Talbot per i suoi primi esperimenti, ad alcune camere
di Daguerre lunghe 60 cm.
Non di rado disponevano di un semplice otturatore: quelle di Daguerre,
ad esempio, avevano un'antina metallica incernierata sull'obiettivo
che svolgeva sia la funzione di tappo che di otturatore.
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Le fotocamere a cassette scorrevoli non sono altro che la camera
oscura di Kaspar Schott modificata per accogliere un supporto sensibile
al posto del vetro su cui viene proiettata l'mmagine. Le due cassette,
scorrevoli una dentro l'altra, permettono di variare la distanza
fra la lente e il piano su cui si forma l'immagine, e quindi di
mettere a fuoco la camera. Niépce, Daguerre e Talbot utilizzarono
tutti fotocamere di questo tipo, magari con qualche curiosa variante:
ad esempio quelle utilizzate da Talbot per i primi esperimenti ad
annerimento diretto avevano un foro di ispezione, chiuso da un tappo,
nella parte anteriore: i tempi di esposizione erano così
lunghi che una sbirciata di verifica di quando in quando non arrecava
nessun danno all'immagine.
Daguerre ed il cognato Giroux fondarono la prima società
al mondo per costruire fotocamere, prima ancora che l'invenzione
fosse presentata all'Accademia delle Scienze di Francia, e costruirono
fotocamere a cassette scorrevoli. Daguerre aveva capito che non
avrebbe potuto ricavare denaro direttamente dalla scoperta ma che
poteva sfruttare la sua notorietà per vendere "le macchine
ed i prodotti originali per ottenere risultati garantiti".
Le cassette scorrevoli sopravvissero a lungo anche dopo l'avvento
delle più pratiche macchine a soffietto perchè molti
fotografi apprezzavano la semplicità e la robustezza che
rendeva questa fotocamera quasi indistruttibile. In particolare
la preferirono a lungo gli esploratori e i fotografi girovaghi,
che cercavano clienti nelle piazze di città e nei mercati
di campagna.
Fin dai primi anni vennero studiati diversi modi per smontare le
cassette per il trasporto. I limiti che non vennero risolti erano
che ognuna di esse era costruita per un particolare obiettivo e
che disponevano di movimenti (basculaggi e decentramenti) molto
limitati o assenti. Ma questa scarsa flessibilità non venne
mai avvertita dai suoi utilizzatori, che nei primi tempi avevano
ben altro a cui pensare e successivamente la preferivano ai modelli
a soffietto per la sua robustezza.
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