Contax (S)
Zeiss Ikon
(Dresda, 1948)
La Carl Zeiss (da non confondere con la Zeiss Ikon rifondata
a Stoccarda dopo la divisione della Germania), realizzò la
prima macchina con l'aspetto della classica monoreflex 35mm.
La 'S' conserva solo il nome della Contax a telemetro: l'otturatore
è orizzontale invece che verticale, con tendine di stoffa
invece che metalliche, le ottiche hanno l'innesto a vite invece
che a baionetta, il pulsante di scatto è sul lato anteriore
invece che superiore.
Rectaflex
Rectaflex
(Roma, 1948)
Se la Contax è ritenuta la prima SLR dotata di pentaprisma
bisogna ricordare che già nel 1947 era stata esposta alla
Fiera di Milano il prototipo della Rectaflex. Ci troviamo davanti,
ancora una volta, alla disputa di un primato: la Contax vanta un
brevetto anteriore, il prototipo della Rectaflex fu mostrato per
primo, la Contax arrivò sul mercato prima della Rectaflex
...
La Rectaflex, italiana, era una macchina decisamente più
innovativa e perfetta nella realizzazione. Oltre al pentaprisma
aveva uno specchio che si riabbassava dopo lo scatto e, per la prima
volta nella storia, uno schermo di messa a fuoco con due piccoli
prismi cementati per produrre l'effetto di un telemetro ad immagine
spezzata.
La precisione meccanica era stata perseguita al punto di montare molti
movimenti su rubini.
Era disponibile in tre versioni: Normale , Junior (otturatore con velocità
massima limitata ad 1/500) e Rotor (caratterizzata da una torretta girevole
con tre innesti per ottica).
Duflex
Gamma
(Budapest, 1947?)
Una terza fotocamera, quasi sconosciuta, può vantare molti
primati: la Duflex che aveva il mirino con specchi di Porro (che
raddrizza l'immagine come il pentaprisma), il diaframma automatico,
la possibilità di doppie esposizioni intenzionali e lo specchio
a ritorno istantaneo. Fu anche la prima SLR con otturatore a tendina
metallica sul piano focale, tuttavia fu prodotta in pochi esemplari
ed è stata dimenticata per lungo tempo.
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Durante la 2° guerra mondiale lo sforzo bellico aveva assorbito
le energie di tutti i paesi coinvolti e il mercato delle fotocamere
non vide nessuna reale novità anche se le industrie realizzarono
molti modelli specifici per l'uso militare, che non sarebbero
mai stati sviluppati per il mercato civile. Fra queste le famose
Leica IIIc con movimenti su cuscinetti per i climi freddi, le
Robot con comandi sovradimensionati per essere usate con i guanti
da aviatore e le meno note Graflex 4x5' con corpo rigido di
legno, funzionali ed economiche, utilizzate dall'esercito americano.
Al termine della guerra molte industrie individuarono nel mercato
fotografico l'opportunità di riconvertirsi alla produzione
civile e il 1947 può essere considerato l'anno in cui
la scomparsa di molti modelli storici - folding e box - coincide
con la nascita di molti nuovi prodotti. I protagonisti di questo
rinnovamento non furono però le industrie storiche che
avevano in catalogo fotocamere di alto livello già prima
della guerra, ma industrie nuove,
come Rectaflex, o
traumaticamente ricreate, come Zeiss Jena. Il rinnovamento delle
reflex deriva quindi dalla necessità dei nuovi competitori
di sfruttare idee innovative per conquistare un posto in un
mercato abbastanza affollato.
Fino alla fine degli anni '40 le fotocamere a telemetro erano
decisamente vantaggiose rispetto alle reflex: erano più
piccole e immediate, avevano un sistema di messa a fuoco più
efficiente e potevano disporre di una maggiore varietà
di ottiche. L'operatività delle reflex inoltre era penalizzata
da tre problemi annosi:
- il mirino a pozzetto, piccolo e con i lati invertiti, richiedeva
l'uso della lente per mettere a fuoco con certezza
- il diaframma manuale doveva essere aperto per focheggiare
e chiuso per scattare
- lo specchio rimaneva alzato dopo lo scatto e impediva l'uso
del mirino fino a quando non si armava l'otturatore (solo la
Praktiflex aveva risolto il problema assoggettando lo specchio
al pulsante di scatto).
L'attenzione dei progettisti si concentrò quindi su questi
aspetti. In primo luogo la reflex venne dotata del pentaprisma,
quindi di schermi di messa a fuoco con lavorazioni superficiali
più fini.
Con il pentaprisma e la leva di carica, che fu aggiunta pochi
anni più tardi, la reflex prese l'aspetto che mantenne
per i successivi 40 anni, fino a quando la sua forma cambiò
di nuovo per l'uso dalle materie plastiche e la necessità
di ospitare motori e batterie. |
Contaflex
Zeiss Ikon, Stoccarda (1953)
Mentre tutte le reflex avevano l'otturatore sul piano focale
ed ottiche intercambiabili, la Zeiss Ikon introdusse una reflex
controtendenza, con otturatore centrale ed ottica fissa. Fu
una piccola rivoluzione che aprì la strada ad una famiglia
di reflex pił semplici ed economiche senza penalizzare la
qualità. Non potendo cambiare tutta l'ottica, per ragioni
di economia, queste macchine disponevano di gruppi ottici
accessori da montare davanti all'obiettivo o al posto del
gruppo anteriore dell'obiettivo stesso. Il risultato era di
poter disporre delle stesse prestazioni ad un prezzo inferiore,
almeno fino a quando il corredo tipico del fotografo ambizioso
rimase limitato alla terna 28, 50 e 135 mm.
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La chiusura del diaframma divenne automatica nel corso
degli anni '50, grazie a tre modifiche successive:
- in primo luogo venne aggiunta la ghiera di preselezione, che
permette di impostare una battuta di arresto alla chiusura effettiva
del diaframma, comunque fatta a mano
- in un secondo tempo la chiusura del diaframma venne affidata
ad un comando a molla, liberato dal pulsante di scatto, la cui
corsa (e quindi la chiusura del diaframma) era limitata dalla
preselezione. Dopo lo scatto il diaframma doveva ancora essere
aperto manualmente tramite una leva che provvedeva anche a ricaricare
la molla.
- infine la riapertura del diaframma divenne automatica, facendo
in modo che il pulsante di scatto chiudesse il diaframma mentre
la molla aveva il compito di riaprirlo.
Il pentaprisma, che era stato brevettato già alla fine
dell'800 senza aver trovato un reale utilizzo, fu la chiave
di volta della storia della reflex che, dal 1950, iniziò
ad occupare sempre maggiori porzioni di mercato. Tuttavia molti
costruttori continuarono a lungo ad offrire il pentaprisma come
accessorio o, quantomeno, a fare macchine con il pentaprisma
amovibile e sostituibile con un pozzetto. |
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